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Campriani si racconta alla Gazzetta: dall'addio alla carabina al ruolo di Direttore per i Giochi 2028

Niccolò Campriani è stato intervistato quest’oggi sulle pagine della Gazzetta dello Sport. L’ex tiratore azzurro ha avuto modo di ripercorrere alcune tappe della sua carriera: dagli inizi, fino al momento in cui ha deposto la carabina, descrivendola come “la decisione al tempo stesso più dura e più giusta della sua vita”.

Ha raccontato dell’esperienza in un campo profughi nello Zambia, “senza la quale non sarebbe nata l’iniziativa coi rifugiati per Tokyo” e da lì lo sviluppo del suo post-carriera.

Prima due tentativi non andati in porto: quello di progettare, da ingegnere, alcuni gruppi sportivi universitari con il Coni, successivamente quello di poter lavorare per Milano-Cortina 2026.

Infine, la svolta con una sostituzione-maternità di sei mesi al Cio, a Losanna: “Oltre al progetto dei rifugiati, ho lavorato anche sulla partecipazione degli atleti russi ai Giochi di Pyeongchang, ma in realtà è stato il colloquio di lavoro più lungo di sempre - racconta -. Ho scoperto solo più tardi che tanti incontri già al tempo del Cio erano stati in funzione del mio ingaggio per il ruolo di Direttore Sport, a fianco dei due primi responsabili, John Harper e Brian Lafemina”.

Da Campriani è dipeso tutto l’iter che ha portato nel programma olimpico nuove discipline, scelte tra più di quaranta sport.

 

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Foto: l'oro Campriani a Rio 2016 nella C10 (Credits ISSF)